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giovedì 4 settembre 2014

Settembre: l'ecatombe di un rientro.




Quando vi ho salutato, circa un mese fa, ho scritto testualmente: "ci si rivede a Settembre. Se spera!".
Ecco, in quel "se spera" c'era in nuce tutta la sfiga che mi ero auto-predetta.

Ve l'anticipo: la vacanza, grazie al Cielo, è andata benone ed ho tutta l'intenzione (quindi siete avvisati ed avete tutto il tempo di fuggire) di dedicare un paio di post e qualcosa di più al nostro viaggio estivo che ha toccato prima Parigi e poi Creta.
La vacanza è andata bene dicevo, ma è stato il rientro ad essere orribile.

Sì ok, eravamo spaparanzati al sole con temperature medie tra i 32 ed i 35 gradi, un mare meraviglioso, cibo squisito ed amici fantastici quindi, vojo dì, se avessimo potuto, ovvio che saremmo tornati corcà ma il dovere ci ha richiamato quindi...

L'ecatombe è iniziata qualche ora prima di partire quando, quello alto un metro e poco più, ha cominciato a lamentarsi con il mal d'orecchio. 
Ora, bisognerebbe fare un flashback ed andare a ritroso di qualche giorno per vedere lui, in slippino tattico, fare tuffi e nuotate in piscina per tipo 5/6 ore di seguito (ve lo giuro: 5/6 ore di seguito) e me, in bikini, ciabatte e capelli da pazza, continuare a ripetergli: "esci? Ti asciughi un secondo? Per favore, non mettere sempre la testa sott'acqua. Per favore, ti fa male stare tutto questo tempo nell'acqua". Ovviamente nun me s'è filata de pezza.

Non appena è comiciato il lamento è partita quindi anche la mia ramanzina: "te l'avevo detto! Non mi dai mai retta!" & so on.
Il risultato è che siamo atterrati nella Capitale alle prime ore del mattino con il pargolo assonnato, dolorante e febbricitante, valigie stracariche di vestiti ed asciugamani da lavare e "quel non so che" che a fatica non definirei "un sano rodimento de culo" (e scusate il francesismo).
Ma questo, badate bene, era solo l'inizio.

Non appena varchiamo la soglia del pianerottolo sentiamo un olezzo incredibile, un puzzo che neanche nelle fogne di Calcutta: un misto di pesce marcio, varecchina e non so cos'altro. Sulle prime pensiamo provenga dalla cucina della dirimpettaia, aka mìzia, che di solito è un'ottima cuoca ma che ogni tanto tra aglio, cipolla, mostarda, senape ed intrugli vari emana effluvi che manco nelle cucine di Jaipur...
Apriamo la porta di casa e SORPRESA! Il fetore viene proprio da qui!
Cioè da casa mia, quella stessa casa che ho pulito a fondo, rassettato, profumato prima di partire per ritrovarla, povera donnetta ignara, tutta sistemata al mio rientro.

Per farvela breve, il puzzo proveniva da una grossa zucca ornamentale che ha pensato bene di scoppiare e marcire proprio durante la nostra assenza, con porta e finestra sigillate.
Morale: ho trascorso l'intera nottata a pulire per poi addormentarmi e risvegliarmi qualche ora dopo dai pianti di mio figlio.
Ovviamente, era domenica. Pediatra irragiungibile ed io mi sono ritrovata: a somministrare antidolorifici, coccole ed imprecazioni (quelle però lontane da orecchie minorenni) e, soprattutto, con in mano un biglietto del treno per il giorno dopo che, beata incosciente, avevo prenotato un mese prima pensando di raggiungere i nonni al mare.

Lunedì ho quindi annullato il viaggio, avvisato i nonni e portato la prole dalla pediatra che ha prescritto una settimana di antibiotico  per otite e faringite.
Iniziamo la cura e boom, si ammala anche marito.
La notte quindi mi sono trasformata in una sorta di infermiera/zombie che si aggirava in stanze malaticcie tra lenzuola e corpi sudati... Che
culo!

Dopo circa cinque giorni così, rientrati i vecchi, ho preso mia madre e mi sono concessa un premio: la mostra di Frida Kahlo che era al suo penultimo giorno. Pensavo non ci fosse nessuno, c'era il mondo ma vabbè. Abbiamo gradito.

Ora sono qui, alla base. 
L'ometto è ancora sotto cura perchè, dopo una settimana di medicine, la situazione era addirittura peggiorata, quindi cortisone e nuovo ciclo di antibiotico (evviva!); marito è tornato al lavoro e quindi è rientrato perfettamente nei panni di un operaio in miniera; 
i nonni sono a casa con relativa dipendenza del nano che non li molla un attimo;
ed io... Eh, io ho tremila cose da fare, sistemare, eliminare, iniziare, progettare, perseguire...


Però forse qualcosa di bello ancora ci scappa.
Non vi dico ancora nulla, nunsiamai che me la tiri da sola.

Comunque, sono qui. 
Ed avete tutto il diritto di darvela a gambe prima che sia troppo tardi.

Scherzo, eh!








2 commenti:

  1. In effetti non si è trattato di un bel rientro, cmq io non scappo, resto in attesa del resoconto delle vacanze! A presto, V.

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    Risposte
    1. Grazie mille, V!
      Non lo vorrei dire ma sembra andare un po' meglio, anche se oggi ho rotto un ripiano un vetro del frigo e la scopa elettrica. Temo sia meglio starmi lontani 'sto periodo :) Ma tu torna eh! A breve il resoconto!
      Baci!

      Elimina

Non potendoci mettere la tua faccia, mettici almeno la tua firma. Grazie!


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